La Charta dei giardini
Se in qualche giardino ci viene sotto gli occhi lo stemma riprodotto, significa che le persone che lo curano hanno adottato la Charta dei giardini, e si impegnano a seguire le indicazioni del documento allo scopo di realizzare quanto espresso nello stemma.
Certo, un riccio che tiene un fiore in bocca e un uccellino appollaiato tranquillamente sul dorso spinoso è una situazione decisamente poco probabile nella realtà, ma efficace per esprimere simbolicamente il senso della Charta: in natura piante e animali convivono da tempi immemorabili; imitando la natura, si costruirà un ecosistema in equilibrio, potremmo dire “in armonia”.
Il giardino come “arca”.
E’ più che normale associare il giardino alle piante, anzi è tutt’uno. Quando lo allestiamo o ce ne curiamo, il pensiero va alle specie, alle dimensioni, alla disposizione, al fine di realizzare le funzioni che ci interessano: la produzione di cibo, di aromi, la protezione della privacy, l’ombreggiamento, fino all’estetica delle forme e dei colori. Gli animali… quelli arrivano da soli e a volte… che guasta feste!
Ma, guardiamoci intorno: l’espansione urbana è inarrestabile, l’era dei prati è finita, le monocolture hanno saturato le superfici agricole, e gli innumerevoli …cidi compromettono la biodiversità vegetale e animale. Nei campi industrializzati, gli animali muoiono per fame, per veleno, per mancanza di rifugio e, sempre più, per gli effetti degli eventi climatici.
Gli animali sono in così forte declino che è nato un nuovo termine “defaunazione”. Come si può vedere nello schema, gli insetti sono due volte più in pericolo dei vertebrati, eppure hanno un ruolo fondamentale nei sistemi vitali: sono cibo a disposizione di innumerevoli gruppi di onnivori e carnivori, sono protagonisti nel riciclo della materia organica e sono allabase della nostra stessa sopravvivenza: oltre tre quarti degli alimenti che mettiamo nel piatto dipendono da insetti impollinatori.
Una compagnia di piccoli animali, decimati e sfrattati dalla campagna inospitale, dalla carenza di aree umide, dalla mancanza di rifugi, può essere accolta dai nostri orti e giardini. Sono api, bombi e sirfidi, farfalle e uccelli, lucertole e orbettini, rospi, rane, ricci…
Ma come, li invitiamo in casa nostra, non è che ci infestiamo?
Il giardino come ecosistema
E’ la natura che ci insegna: nei sistemi naturali gli elementi dipendono gli uni dagli altri in una fitta rete di relazioni anche antagoniste, tipo preda-predatore. La diversificazione delle specie rende più densa e complessa l’organizzazione della rete che, grazie ad anelli retroattivi e a meccanismi di compensazione, fa tendere l’intero sistema all’equilibrio. In pratica, nel nostro giardino ricco di biodiversità, sarà improbabile che una popolazione prenda il sopravvento e diventi invasiva. La parola d’ordine, sempre più proposta dagli ecologi, è: coabitare. “Animali preziosi.” li chiama infatti la Charta.
Dove nasce questo piccolo documento così saggio, che ci propone di privilegiare le piante autoctone, di mettere in atto semplici accorgimenti e ci rende consapevoli che alcuni comportamenti consolidati procurano più danni che vantaggi?
La Charta nasce nel 2007 a Ginevra, ideata da un gruppo di cittadini sostenuti dal locale Servizio Cantonale per l’Ambiente. Promossa da comuni, comitati di quartiere, scuole e associazioni, si è diffusa in tutta la Confederazione svizzera.
Adeguata alle caratteristiche del nostro territorio grazie alla collaborazione delle associazioni Amici Bosco Montello, SOS Anfibi e WWF terre del Piave TV – BL, la Charta è attualmente adottata in giardini privati e scolastici: la prima scuola a cimentarsi con molto entusiasmo è stata la Scuola primaria A. Saccardo di Montebelluna.
Come si aderisce alla Charta?
Charta significa “patto”, ma non c’è nulla da firmare, si tratta di un patto morale da stringere con la natura.
Per conoscerla si può scaricare dal sito https://wwfvillorbadotcom.wordpress.com/charta-dei-giardini/ e si scopriranno i 13 capitoletti che riguardano altrettanti aspetti del sistema-giardino; può essere seguita anche nel caso di un orto o di un terrazzo.
Per farla propria, si seguiranno le indicazioni precedute da un bollino rosso, introdotte da un deciso:
- mi impegno a…
Oltre al contenuto si potranno apprezzare anche le delicate illustrazioni ad acquerello.
Chi lo desidera, può esporre la tavoletta in legno con l’emblema: un bel modo per comunicare che l’orto o il giardino sono curati secondo i criteri della Charta e per incuriosire ospiti e vicinanti. Se la nostra oasi viene imitata, l’effetto benefico si moltiplica.
Per ottenere la tavoletta in legno con l’emblema scrivere a chartadeigiardini@gmail.com