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Archive for the ‘agricoltura’ Category

L’ECONOMIA DEI VELENI LEGALIZZATI HA CONTAMINATO IL PIANETA. OGNI ANNO NEL MONDO 385 MILIONI DI CASI DI AVVELENAMENTO E 258.000 DECESSI CAUSATI DAI PESTICIDI. PER IL WWF LA SALUTE DI TUTTI NON E’ (ANCORA) UN PROBLEMA PER IL MERCATO DELL’AGRICOLTURA INTENSIVA. L’impiego di pesticidi a livello globale è quasi raddoppiato dal 1990, l’Italia è il secondo maggiore mercato di pesticidi in UE. Urgente attuare scelte sostenibili e salutari di consumo con l’acquisto di prodotti biologici.  Roma, 6 aprile 2023Cartella – https://www.dropbox.com/scl/fo/9vc2tjmuzl8lhpqnqym29/h?dl=0&rlkey=aari3b7mj8ckhajslu12csxvg.

Venerdì 7 aprile è la Giornata Mondiale della Salute, un’occasione per riflettere sull’importanza della salute e sui fattori che la influenzano. Il tema di quest’anno è “salute per tutti” un concetto che richiama quello di “salute globale”, unica chiave per poter garantire la sopravvivenza di tutte le specie, compresa la nostra. Tra le sostanze che destano maggiore preoccupazione, ci sono i pesticidi usati in agricoltura, di cui è ormai scientificamente provato che, anche a dosi minimali, possono risultare estremamente nocivi per la salute umana e rappresentare quindi un vero e proprio problema di salute pubblica. Nonostante ciò, l’impiego di pesticidi a livello globale è quasi raddoppiato dal 1990 e l’Italia è il secondo maggiore mercato di pesticidi nell’UE secondo i dati Eurostat. Una economia di veleni legalizzati, come la definisce il WWF che, in occasione della Giornata mondiale della Salute, rilancia l’ “Atlante dei pesticidi”, da poco pubblicato con la Coalizione Cambiamo Agricoltura. Questo report oltre a fornire informazioni riguardo il ruolo significativo che queste sostanze hanno nel determinare il declino della biodiversità, in particolare per gli insetti impollinatori come le api, conferma la pervasività di queste sostanze in tutte le matrici ambientali, acqua, aria e suolo e i conseguenti effetti negativi sulla salute delle persone. Tesi confermata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che stima oltre 385 milioni di casi di avvelenamento da pesticidi e 258.000 decessi ogni anno in tutto il mondo. Oltre alla perdita di biodiversità (in primis di insetti impollinatori), l’uso di pesticidi determina la perdita di fertilità dei suoli e il progressivo inquinamento delle falde acquifere, costituendo una contaminazione planetaria che interessa ormai tutti gli ecosistemi e le persone. Infatti, queste sostanze o i loro metaboliti si ritrovano moltissimi alimenti e organismi, compreso l’uomo ed è ormai scientificamente provato che, non solo l’avvelenamento acuto, ma anche l’esposizione cronica a basse dosi di pesticidi (per esempio attraverso il consumo di alimenti, acqua, aria che ne contengono i residui), comporta un incremento del rischio di patologie cronico-degenerative quali cancro, diabete, disfunzioni respiratorie, neurologiche, cardiovascolari, immunitarie, riproduttive e metaboliche. Ancora più nociva per la nostra salute è la presenza del multiresiduo, più sostanze chimiche che prese singolarmente, rientrano nei parametri di Legge, ma insieme determinano un “effetto cocktail” ancora largamente sconosciuto, ma potenzialmente molto più pericoloso.

Donne e bambini, i soggetti più a rischio. Donne e bambini sono i soggetti più sensibili e più a rischio. In genere, infatti, le donne hanno una percentuale di grasso corporeo più alta e sono quindi più inclini ad immagazzinare agenti inquinanti che possono bioaccumularsi nel tessuto adiposo. Nelle donne sono inoltre più numerosi i tessuti sensibili agli ormoni che le rendono più vulnerabili ai pesticidi, specie quelli che agiscono a livello ormonale o interferiscono con il sistema endocrino. C’è poi un legame evidente fra il cancro della mammella e l’esposizione ad alcune tipologie di pesticidi, che sono agenti iniziatori e promotori di tale malattia. I pesticidi sono legati anche all’endometriosi, una condizione dolorosa che può causare l’infertilità e può rappresentare un rischio significativo per la salute riproduttiva delle donne e per il feto. I pesticidi possono anche passare dalla madre al feto e ai neonati durante l’allattamento, compromettendo la salute del nascituro non solo nell’infanzia, ma anche nella vita adulta e comportando un aumento, in particolare, del rischio di tumori cerebrali e di alterazioni neurologiche e di sviluppo, che possono causare deficit cognitivi, comportamentali e di crescita. Anche gli studi nel campo dell’epigenetica mostrano che l’esposizione ai pesticidi può influire sull’attività dei geni, sui caratteri fisiologici ereditari e sullo sviluppo di malformazioni congenite. “L’attuale agricoltura industriale ha un’elevata dipendenza dalle sostanze chimiche di sintesi, pesticidi, fertilizzanti e antibiotici. Oggi nel mondo si utilizzano 4 milioni di tonnellate di pesticidi. Tuttavia, il volume di vendite di per sé dice ben poco sui rischi per esseri umani, animali e ambiente. Vi sono anche altri fattori che hanno un ruolo importante, fra cui: la tossicità delle sostanze, le metodiche di impiego, il tasso di utilizzo o la frequenza di applicazione – afferma Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia -. I singoli pesticidi vengono spesso diffusi nell’ambiente contemporaneamente a tanti altri e ad altre sostanze, creando di fatto dei cocktail chimici che possono amplificare esponenzialmente gli effetti sulla nostra salute (e su quella delle altre specie). Ad oggi la comunità scientifica non è ancora a conoscenza dei possibili effetti sinergici causati dalle combinazioni di pesticidi utilizzati nei campi coltivati. Il WWF lavora da anni per l’obiettivo “One Health” per garantire cioè salute a tutti gli esseri viventi nel Pianeta, unica chiave per un futuro di benessere.” Il consumo globale di pesticidi è in aumento, con un mercato che ha raggiunto un valore di 84,5 miliardi di dollari nel 2019, con tasso di crescita inarrestabile che quest’anno raggiungerà l’11,5%, sfiorando i 130,7 miliardi di dollari. E l’Italia? Nel 2020 in Italia sono stati venduti 125 milioni di kg di sostanze chimiche per l’agricoltura, 5,2 kg/ettaro, nonostante le conseguenze sulla salute e sull’ambiente siano note e sempre più approfondite. Nel 2021 la SAU (superficie agricola utilizzata) coltivata senza veleni in Italia era ancora solo il 17,4%. Per il WWF l’unica soluzione è l’agricoltura biologica: in tutto il mondo vi sono realtà che dimostrano che un futuro agroecologico è possibile. Sempre più città, Stati e regioni cercano di abbattere l’uso dei pesticidi o persino di bandire completamente gli agenti chimici dai campi e nelle aree di verde pubblico. La Strategia Farm to Fork dell’UE indica l’obiettivo della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030 a livello europeo. Con il Regolamento SUR per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in agricoltura, proposto dalla Commissione europea e adesso in discussione al Parlamento, questi obiettivi vengono declinati a livello di singoli Stati membri e diventeranno vincolanti. Per l’Italia è stato fissato l’obiettivo ambizioso di riduzione del 62% entro il 2030, proprio perché siamo un o dei maggiori utilizzatori a livello europeo. Per arrestare la pandemia silenziosa dei pesticidi, oltre a una strategia europea e al rinnovo della normativa nazionale, è indispensabile far crescere il mercato del biologico nazionale. L’Italia è ai primi posti in Europa per export di prodotti biologici certificati mentre i consumi interni restano bassi, sebbene i dati dimostrino che il consumo di prodotti biologici in Italia è quasi raddoppiato in 10 anni e in costante crescita, seppur lentamente. Scegliere di acquistare prodotti bio, liberi da veleni, contribuisce non solo alla crescita dell’agricoltura biologica, ma anche alla tutela della propria salute.

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Con la prima Marcia Cison-Follina (Treviso), del 28 maggio 2017, nasce la manifestazione annuale che a partire dall’anno successivo si estende a Verona, Trento, Bolzano, e poi in Friuli. A partire da quest’anno 2023, la Marcia diventa anche Primo Maggio Ecologista.

Marcia Stop Pesticidi – Primo Maggio Ecologista – Manifesto

Non ci può essere salute né giustizia sociale in un ambiente malato. Tutti i rapporti delle Organizzazioni preposte a monitorare lo stato di salute del nostro Pianeta dimostrano quanto sia drammatica la situazione e dichiarano che uno dei passi necessari e urgenti da fare è il cambiamento del modello di produzione agricola

Difendere la vita e la biodiversità – La grande varietà di piante, animali, funghi e microrganismi del nostro Pianeta, costituiscono la biodiversità che permette la vita sulla Terra. Le numerose specie in relazione tra loro creano gli ecosistemi naturali che ci forniscono cibo, acqua, riparo e medicinali, necessari per la nostra sopravvivenza. Ma la presenza, le azioni e le attività umane hanno alterato l’equilibrio dei sistemi naturali. Nel 2022 è stata pubblicata l’ultima edizione del Living Planet Report. Il rapporto sullo stato di salute della biodiversità ha evidenziato la perdita, dal 1970, di circa il 60% della popolazione globale di mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi. Più di 1/3 della superficie terrestre del mondo e quasi il 75% delle risorse di acqua dolce sono impiegate per la produzione di colture o di bestiame. 3/4 dell’ambiente terrestre e circa il 66% degli oceani sono stati alterati in modo significativo. A questo si aggiunge il cambiamento climatico che le attività umane hanno provocato e che ora sta peggiorando l’impatto di numerosi fattori sulla Natura e sul nostro benessere.
Stop ai pesticidi – Milioni di persone in tutto il mondo sono oggi quotidianamente esposte ai pericoli correlati all’uso di pesticidi e diserbanti in agricoltura. L’uso della chimica di sintesi per il controllo delle “pesti” (da qui il nome pesticidi), che ha messo sul mercato centinaia di principi attivi e formulati pericolosi per la salute senza che venissero adeguatamente studiati, contribuisce in maniera importante all’insorgenza di diverse patologie croniche, fra le quali il Parkinson e il cancro, e ad alterare il sistema endocrino con il conseguente aumento delle patologie correlate, quali il diabete, le disfunzioni della tiroide, l’alterazione dello sviluppo neurologico e sessuale. Le persone che vivono e lavorano nelle aree dove si pratica l’agricoltura intensiva con l’uso di prodotti chimici di sintesi, caratteristica delle monocolture, sono le più esposte, in particolare le donne in gravidanza e i nascituri, i bambini e gli anziani. Nel 2022 è stato pubblicato l’Atlante dei pesticidi, che dimostra come la quantità di pesticidi utilizzati in tutto il mondo sia aumentata dell’80% dal 1990. I pesticidi, nel lungo periodo, danneggiano l’agricoltura indebolendo l’agro-ecosistema, compromettendo la produttività del terreno e la qualità del raccolto, distruggendo la biodiversità animale e vegetale. Provocano inquinamento dell’aria, dei terreni e delle falde acquifere, compromettendo la sopravvivenza di numerose specie animali (come ad esempio gli insetti pronubi, lombrichi e uccelli). La monocoltura intensiva provoca il graduale depauperamento di una risorsa preziosa quale è il Paesaggio.
Cambiamo agricoltura – In alternativa all’attuale sistema agricolo industriale noi sosteniamo i modelli dell’agricoltura biologica, biodinamica e delle filiere corte, che in questi anni hanno dimostrato di riuscire a coniugare il rispetto per la salute pubblica e l’ambiente, producendo alimenti sani e occupazione, valorizzando la varietà dei prodotti locali, rinnovando la biodiversità, il suolo e l’acqua, creando resilienza e mitigando i mutamenti climatici, proteggendo la salute e il benessere dei nostri figli e di ogni specie vivente.

MANIFESTIAMO PER

APPLICARE il Principio di Precauzione, vietando l’utilizzo dei pesticidi più pericolosi intesi come molecole di sintesi ma anche come formulati (spesso più pericolosi e la cui composizione è spesso coperta dal segreto industriale), attivando vigilanza e controlli e sanzioni idonee, applicando il principio “Chi inquina, paga”, vietando definitivamente le sostanze che sono state sottoposte a deroghe e fissando obiettivi di riduzione per tutti gli altri.

POTENZIARE la vigilanza e il controllo del Territorio per prevenire e bloccare sbancamenti, disboscamenti, deturpazione del paesaggio, discariche abusive e cambiamenti delle destinazioni d’uso.

VIETARE l’uso di pesticidi in tutte le aree protette e nei bacini idrografici delle zone umide d’importanza internazionale.

DIFENDERE la Sovranità Alimentare, azzerare gli incentivi alle produzioni agricole industriali e le monocolture; favorire e sostenere con incentivi l’eco-agricoltura (agricoltura biologica e biodinamica) nel rispetto della biodiversità e delle tipicità tradizionali locali. Chiediamo una revisione del Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’uso dei pesticidi, con la loro immediata e totale eliminazione nelle zone urbane e nelle aree frequentate dalla popolazione.

BLOCCARE l’espansione delle monocolture, in particolare dei vigneti, in tutto il territorio, siano essi convenzionali o biologici.

ISTITUIRE zone cuscinetto di almeno 50 metri dal terreno oggetto del trattamento con pesticidi di sintesi, per proteggere dalle derive le abitazioni, le scuole, le strutture sanitarie e sportive, i terreni coltivati con il metodo dell’agricoltura biologica e biodinamica, i parchi e i giardini pubblici e privati, le strade, i sentieri e le piste ciclabili.

RICONVERTIRE tutte le produzioni agricole verso il biologico, per una seria transizione ecologica.

DE-GLOBALIZZARE la produzione di beni per mettere un freno all’attuale competizione globale, suicida per tutti e disastrosa per gli ecosistemi e i territori.
CHIEDIAMO ALLA COMMISSIONE EUROPEA

1 – Eliminazione graduale dell’uso di pesticidi sintetici. Entro il 2030 l’uso di pesticidi sintetici dovrà essere gradualmente ridotto dell’80% nell’agricoltura dell’UE. Entro il 2035, l’intera agricoltura dell’Unione dovrà abbandonare l’uso di pesticidi sintetici.

2- Misure per il recupero della biodiversità. Devono essere ripristinati gli habitat naturali e le aree agricole devono diventare un vettore di recupero della biodiversità.

3- Sostegno agli agricoltori. Gli agricoltori devono essere sostenuti nella necessaria transizione verso l’eco-agricoltura. Devono essere favorite le aziende piccole, diversificate e sostenibili e deve essere sostenuta la ricerca per promuovere un modello agricolo senza uso di pesticidi e OGM.

I Cittadini, i gruppi, comitati, associazioni, forze politiche e sindacali che intendono aderire alla Marcia Stop Pesticidi – Primo Maggio Ecologista possono farlo inviando un messaggio. INVIA UN MESSAGGIOhttps://www.marciastoppesticidi.it/index.php?option=com_testimonial_fader&view=addshow&Itemid=1142.

Evento Facebook – https://www.facebook.com/marciastoppesticidi.

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NECESSARIO SPINGERE L’ACCELERATORE DELLA TRANSIZIONE AGROECOLOGICA DELL’AGRICOLTURA IN ITALIA. Il Convegno nazionale di Agroecologia di Roma lancia un appello ai decisori politici, Associazioni agricole e altri attori sociali ed economici dei sistemi agroalimentari italiani: “Non rallentiamo il processo avviato dalla Commissione Europea per vincere le sfide di una vera transizione agroecologica in coerenza con gli obiettivi delle Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”. Roma, 1 aprile 2023

Si sono concluse le due intense giornate di lavoro del 3° Convegno nazionale di Agroecologia organizzato dall’Associazione Italiana di Agroecologia e dalla Coalizione Cambiamo Agricoltura, con il sostegno di Fondazione Cariplo, del WWF Italia, Slow Food Italia, Natura Si e AnaProBio; con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Media partner è Terra Nuova. Oltre 60 esperti ed oltre 500 partecipanti in presenza e online, tra accademici e rappresentanti degli attori sociali ed economici dei sistemi agroalimentari italiani, si sono confrontati sul futuro dell’agricoltura nel nostro Paese e sul ruolo dell’Agroecologia nell’attuazione delle Strategie del Green Deal europeo per raccogliere idee e contributi per arrivare a definire una roadmap per l’Agroecologia in Italia, in grado di contribuire in modo concreto ed efficace a raggiungere gli obiettivi di una vera sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’agricoltura nazionale. I partecipanti al Convegno hanno lanciato ai decisori politici, alle Associazioni agricole e a tutti gli attori economici e sociali dei sistemi agricoli e alimentari “made in Italy” un appello a spingere l’acceleratore della transizione agroecologica in Europa e in Italia, non ostacolando le proposte e iniziative della attuale Commissione europea per l’attuazione del Green Deal europeo. Preoccupano infatti i tentativi di ostacolare l’approvazione di importanti Regolamenti già in discussione nel Parlamento europeo, come il Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi e il Regolamento per il restauro della natura, e già annunciati dalla Commissione Europea, come la Direttiva quadro sui Sistemi Alimentari Sostenibili, il Regolamento sulla tutela del suolo, la normativa europea sui nuovi OGM (NBT/TEA) e il Regolamento sulle sementi. Nel 2024 sono fissate le elezioni europee ed è importante stringere i tempi per lasciare al nuovo Parlamento europeo e alla prossima Commissione gli strumenti necessari per proseguire il processo di cambiamento dei modelli di produzione agricola e consumo alimentare, verso una maggiore sostenibilità. In un documento disponibile sul sito della Coalizione CambiamoAgricoltura sono riassunti i risultati delle sessioni di lavoro, ad iniziare dall’attenzione che deve essere dedicata ai giovani, ricercatori e agricoltori, ai quali devono essere offerte opportunità di formazione, lasciando spazio per i sogni e le legittime aspirazioni per un loro futuro sostenibile. Forte anche il messaggio sulla centralità per l’agroecologia delle agricolture di tipo biologico a cui deve tendere la transizione agroecologica del settore primario, e che hanno nello stesso tempo anch’esse bisogno di ricerca e innovazione, da cui vanno in ogni modo esclusi i nuovi OGM (NGT, NBT o TEA), incompatibili con l’agroecologia tutta. Uno dei nodi chiave dell’agroecologia è la valorizzazione dei processi sociali nella progettazione e gestione di sistemi agro-alimentari sostenibili e la ricerca di modelli che mettano in opera le capacità collettive degli agricoltori e gli approcci di comunità. Vi è la necessita di costituire un patto etico-sociale tra tutti gli attori del settore agro-alimentare per accompagnare gli agricoltori nei percorsi di transizione ecologica a livello di assistenza tecnica e a livello di sostenibilità economica. Un altro dei nodi chiave dell’agroecologia, più volte ribadito, è la conservazione della biodiversità a tutte le scale, agricola, selvatica e di paesaggio. Solo preservando e ripristinando il capitale naturale si potrà garantire la sicurezza alimentare a lungo termine. Tema legato anche al concetto di global health secondo cui la salute individuale, quella degli ecosistemi e quella dell’intero sistema terrestre sono legate in modo indissolubile. Salute che non può che passare dalla riduzione di tutti gli input chimici di sintesi. Le esperienze agroecologiche in corso e consolidate offrono già una pluralità di metodi e approcci alternativi, ma occorre proseguire e implementare la ricerca scientifica, ad esempio sul tema del biocontrollo dei parassiti e patogeni, garantendo una adeguata formazione, informazione ed assistenza tecnica alle aziende agricole. I lavori del convegno non potevano non affrontare l’attuale e urgente tema dei cambiamenti climatici. Anche in questo caso i modelli agroecologici forniscono una risposta per mitigare e adattarsi a questo fenomeno, come pratiche rispettose dell’ecologia del suolo, nonché un cambio di modello da una zootecnia intensiva a specializzata ad un sistema agrozootecnico in grado di mantenere la massima autosufficienza alimentare e una corretta restituzione al suolo dei nutrienti. Infine il convegno ha messo in luce come per una risposta alle criticità e vulnerabilità del sistema agro-alimentare globale sia fondamentale la ricostruzione dei sistemi agroalimentari su scala locale, che tengono insieme il necessario cambiamento delle pratiche di produzione, distribuzione e consumo, con la costruzione e condivisione di nuovi sistemi di conoscenza. Per essere vera agroecologia deve essere dal “campo alla tavola”, come cita la negli spazi dell’agire collettivo e della democrazia. Il convegno prosegue oggi, 1 aprile, con una visita guidata in campo presso l’azienda agroecologica di Roma “Agricoltura Nuova”. Comunicato stampa inviato dall’ufficio stampa WWF Italia per conto della Coalizione Cambiamo Agricoltura e l’Associazione Italiana di Agroecologia.

QUI IL DOCUMENTO FINALE DEL CONVEGNO – https://www.dropbox.com/s/kgsqkgz94h961r4/Documento%20finale%20Convegno%20agroecologia_def.pdf?dl=0.

Contatti: Franco Ferroni, email: f.ferroni@wwf.it – cellulare/WApp 329.8315744.

CambiamoAgricoltura è una coalizione nata nel 2017 per chiedere una riforma della PAC che tuteli tutti gli agricoltori, I cittadini e l’ambiente. Aderiscono alla Coalizione oltre 90 sigle della società civile ed è coordinata da un gruppo di lavoro che comprende le maggiori associazioni del mondo ambientalista, consumerista e del biologico italiane che aderiscono ad organizzazioni europee (Associazione Consumatori ACU, AIDA, AIAB, AIAPP, Associazione Italiana Biodinamica, CIWF Italia Onlus, FederBio, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia e WWF Italia). E’ inoltre supportata dal prezioso contributo di Fondazione Cariplo.

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Oltre 60 esperti riuniti a Roma per definire il ruolo dell’Agroecologia per vincere le sfide del Green Deal europeo. Il convegno sarà anche online in diretta sulla pagina YouTube della Coalizione Cambiamo Agricoltura. Roma, 27 marzo 2023

L’Associazione Italiana di Agroecologia e la Coalizione Cambiamo Agricoltura organizzano dal 30 marzo al 1 aprile il terzo Convegno nazionale di Agroecologia riunendo oltre 60 esperti, tra accademici e rappresentanti degli attori sociali ed economici dei sistemi agroalimentari italiani, per un confronto sul futuro dell’agricoltura nel nostro Paese e sul ruolo dell’Agroecologia nell’attuazione delle Strategie del Green Deal europeo. Il Convegno si terrà in presenza a Roma per tre giorni, il 30 e 31 marzo presso la Sala delle Bandiere della Rappresentanza della Commissione Europea e del Parlamento Europeo, in Via IV Novembre 149, mentre il terzo giorno, 1 aprile, si sposterà presso l’azienda agroecologica “Agricoltura Nuova” per una visita in campo. Una delle più recenti definizioni, condivisa e promossa dall’Associazione Agroecology Europe, identifica l’Agroecologia come “lo studio integrativo dell’ecologia di tutti i sistemi agricoli e alimentari, che comprende le dimensioni ecologica, economica e sociale, o più semplicemente l’ecologia dei sistemi agricoli e alimentari”. A scala di azienda agricola l’obiettivo principale dell’Agroecologia è di permettere e massimizzare il corretto funzionamento dei processi naturali tipici di ogni ecosistema (ciclo dei nutrienti e dell’acqua, interazione predatore-preda, competizione intraspecifica e interspecifica, ecc.) capaci di assicurare al territorio servizi ecosistemici e resilienza e stabilità all’agroecosistema, in modo da ridurre l’impiego degli input di origine esterna, in particolare di sintesi, e le esternalità negative sull’ambiente connesse al loro utilizzo, in particolare inquinamento e perdita di biodiversità. L’Agroecologia è considerata congiuntamente come una scienza, una pratica e un movimento sociale. Essa comprende l’intero sistema alimentare, dal suolo alla organizzazione delle società umane. Come scienza dà priorità alla ricerca-azione, all’approccio sistemico e partecipativo, e alla transdisciplinarietà, includendo i diversi sistemi di conoscenza. Come pratica si basa su un uso sostenibile delle risorse locali rinnovabili, le conoscenze e le priorità degli agricoltori locali, un uso oculato della biodiversità per fornire servizi ecosistemici, resilienza e soluzioni innovative che offrano molteplici vantaggi (ambientali, economici e sociali) dalla scala locale a quella globale. Come movimento, supporta le piccole aziende e l’agricoltura familiare, gli agricoltori e le comunità rurali, la sovranità alimentare, le catene di commercializzazione locale e brevi, la diversità delle sementi, le razze autoctone, il benessere animale, la produzione di alimenti sani e di qualità e la giustizia sociale ed ambientale. Nelle 7 sessioni del Convegno saranno discussi temi strategici per una vera transizione ecologica della nostra agricoltura, attraverso interventi dei maggiori esperti nazionali di Agroecologia e tavole rotonde tematiche per un confronto tra i principali attori sociali ed economici dei sistemi agro-alimentari del nostro Paese. La finalità dell’incontro è raccogliere idee e contributi per arrivare a definire, nelle settimane successive, un vero e proprio Piano di Azione per l’Agroecologia nel nostro Paese, in grado di contribuire in modo concreto ed efficace a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e gli obiettivi indicati dalle Strategie europee Farm to Fork e Biodiversità 2030. Il convegno si aprirà con un momento dedicato ai giovani, con una Sessione 1 dal titolo Agroecologia verso il futuro, lo stato dell’arte e le prospettive per il lavoro. I lavori proseguiranno con la Sessione 2 dove si metteranno in evidenza le imprescindibili relazioni tra l’Agroecologia e l‘agricoltura biologica e biodinamica che rappresentano oggi i modelli più avanzati e sostenibili per l’ambiente e la società, per chiudere la prima giornata con una Sessione 3 dedicata al tema della salute, in un’ottica di global health. La seconda giornata si aprirà con la Sessione 4 in cui si affronteranno i temi complessi relativi alla riduzione degli input chimici di sintesi per la transizione agroecologica, seguita dalla Sessione 5 con un momento di approfondimento sull’attualissimo tema del cambiamento climatico, di cui saranno trattati i problemi e le prospettive. Nel pomeriggio nella Sessione 6 si parlerà di biodiversità e paesaggio, per poi concludere con la Sessione 7 con un focus sui sistemi locali del cibo come laboratori di Agroecologia. Il programma dettagliato del Convegno è disponibile sul sito della Coalizione Cambiamo Agricoltura, dove si potranno scaricare anche documenti per approfondire i temi delle Sessioni.

Nella giornata di sabato è prevista una visita guidata in campo presso l’azienda agricola romana “Agricoltura Nuova” che rappresenta un esempio concreto di agricoltura multifunzionale basata sui principi guida dell’Agroecologia. Il Convegno è organizzato con il sostegno di Fondazione Cariplo, del WWF Italia, Slow Food Italia, Natura Si e AnaProBio; con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Media partner è Terra Nuova. Il Convegno è realizzato inoltre con la collaborazione dell’Istituto professionale di Stato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera IPSEOA “Pellegrino Artusi” di Roma, i cui studenti si occuperanno dell’accoglienza dei partecipanti in presenza e della preparazione di un buffet per la pausa pranzo. L’evento ha riscosso molto interesse e i posti in sala sono già andati esauriti, sarà però possibile per tutti gli interessati, seguire i lavori dei primi due giorni in streaming sul canale YouTube della Coalizione Cambiamo Agricoltura.

Per maggiori informazioni sull’Agroecologia: www.agroecologia.eu.

Per informazioni relative al convegno: www.cambaimoagricoltura.it.

Comunicato stampa inviato dall’ufficio stampa WWF Italia per conto della Coalizione Cambiamo Agricoltura e l’Associazione Italiana di Agroecologia.

CambiamoAgricoltura è una coalizione nata nel 2017 per chiedere una riforma della PAC che tuteli tutti gli agricoltori, I cittadini e l’ambiente. Aderiscono alla Coalizione oltre 90 sigle della società civile ed è coordinata da un gruppo di lavoro che comprende le maggiori associazioni del mondo ambientalista, consumerista e del biologico italiane che aderiscono ad organizzazioni europee (Associazione Consumatori ACU, AIDA, AIAB, AIAPP, Associazione Italiana Biodinamica, CIWF Italia Onlus, FederBio, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia e WWF Italia). E’ inoltre supportata dal prezioso contributo di Fondazione Cariplo.

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presentazione

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INSETTI IMPOLLINATORI MINACCIATI DA PESTICIDI FONDAMENTALI PER TUTELA “MADE IN ITALY” AGROALIMENTARE. Roma, 21 marzo 2023 

L’80% delle colture che producono frutta, verdure e sementi per il consumo umano dipende direttamente dagli insetti impollinatori. Per tutelare le nostre produzioni agroalimentari è indispensabile salvare tutti gli insetti impollinatori dall’estinzione. La scienza evidenzia senza dubbi le responsabilità dei pesticidi in agricoltura nel declino degli impollinatori: serve approvare con urgenza i Regolamenti UE per la riduzione dei pesticidi e il ripristino della Natura.

Le dichiarazioni di ieri del Ministro del MASAF Lollobrigida che, dopo il suo intervento al Consiglio Ue AgriFish, rispondendo alla comunicazione della Commissione europea sulla nuova Iniziativa europea per la tutela delle specie di insetti impollinatori, ha detto che “la tutela delle api non deve mettere a rischio produzione agricola” e che “sarebbe sbagliato collegare il declino degli impollinatori all’uso dei pesticidi” sono sorprendenti e preoccupanti.  L’interazione tra pesticidi e api preoccupa da tempo gli scienziati di tutto il mondo e una azione per ridurre la minaccia di estinzione degli insetti impollinatori dovrebbe essere una priorità per i nostri decisori politici se si vogliono davvero salvare le nostre produzioni agroalimentari oltre che tutelare la salute delle persone. Il bilancio dell’interazione tra pesticidi e api è in realtà drammatico così come il declino degli insetti. Oggi il 40% degli insetti impollinatori nel mondo è a rischio estinzione ed entro il 2100 lo saranno i due terzi. In Europa, negli ultimi 30 anni, abbiamo perso il 70% della biomassa degli insetti volatori, molti dei quali garantiscono il servizio ecosistemico dell’impollinazione. Gli apicoltori lamentano ovunque, una elevata mortalità dei propri alveari, in particolare nei territori dove l’agricoltura usa quantità elevate di pesticidi. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature [1] ha esaminato oltre 90 pubblicazioni scientifiche sui pesticidi e altri fattori di stress per le api. Sono evidenti le responsabilità dei pesticidi nella moria delle api, soprattutto quando nei pesticidi vengono usate due o più sostanze chimiche: il danno causato si amplifica con quello che gli scienziati chiamano l’effetto “cocktail” dei pesticidi, micidiale per tutti gli insetti impollinatori. Gli altri fattori di minaccia sono senz’altro il cambiamento climatico, i parassiti, la carenza di nutrienti e la distruzione degli habitat che però non fanno altro che amplificare l’effetto dei pesticidi. Sono necessari e urgenti dei provvedimenti: la Commissione europea ha proposto agli Stati membri dell’Unione due importanti Regolamenti per l’attuazione delle Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, il primo dedicato alla riduzione dell’uso dei pesticidi – che fissa per l’Italia l’obiettivo della riduzione del 62% dell’uso delle sostanze chimiche di sintesi in agricoltura – il secondo dedicato al ripristino della Natura – che prevede proprio interventi di restauro degli ecosistemi per la tutela degli insetti impollinatori. Ieri nel Consiglio europeo AgriFish i Ministri dell’agricoltura dei 27 Paesi UE hanno discusso proprio questo secondo Regolamento e la posizione contraria del Governo italiano è risultata evidente nelle parole del Ministro Lollobrigida: è incredibile come il Governo italiano arrivi a negare l’evidenza della responsabilità dell’uso dei pesticidi in agricoltura rispetto alla moria delle api, ignorando di fatto, anche il loro ruolo fondamentale nella produzione agroalimentare.

[1] Siviter H., Bailes, E.J., Martin, C.D. et al., 2021. Agrochemicals interact synergistically to increase bee mortality. Nature, 596, 389–392.

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